Teatro

FESTIVAL A VENEZIA - CENTRE DE MUSIQUE ROMANTIQUE FRANÇOISE

FESTIVAL A VENEZIA  -  CENTRE DE MUSIQUE ROMANTIQUE FRANÇOISE

Il 'Centre de musique romantique françoise' è una realtà nata di recente - è stato fondato dalla mecenate svizzera Nicole Bru due-tre anni fa - ma che da subito si è mostrata attivissima, sia in Francia che in tutta Europa, mirando a promuovere la conoscenza della musica francese - ma non solo questa, in realtà - composta nel periodo che va grosso modo da fine Settecento ai primi del Novecento. Tanto per dire, ad esso si deve la presentazione lo scorso autunno del rossiniano "Moïse et Pharaon" all'Opera di Roma, con la bacchetta di Riccardo Muti, come pure l'esecuzione della rarissima "Lodoïska" di Cherubini al Teatro La Fenice ed al Parco della Musica di Roma, diretta dal talentuoso Jèrémie Rhorer. Ma questa nuova istituzione non si limita alla organizzazione di eventi musicali, promuovendo e coordinando anche numerosi progetti di ricerca musicologica, attraverso una fitta rete di collaborazione con case discografiche ed editrici, università ed istituti di ricerca.
A Venezia il Centre ha trovato degna sede nel restaurato Palazzetto Bru Zane, già biblioteca e luogo di svago della antica famiglia Zane; nel salone centrale, decorato da Sebastiano Ricci, è stata realizzata anche una piccola sala da concerto di un centinaio di posti. Per le manifestazioni più affollate, non mancano di certo a Venezia i luoghi adatti: le due imponenti Scuole di San Giovanni e di San Rocco, e la monumentale Basilica dei Frari sono proprio a due passi.
La stagione veneziana di concerti 2010/11 ha avuto inizio con un ciclo autunnale di concerti intitolato «Luigi Cherubini ed i primi romantici», punto focale del quale è stata appunto l'esecuzione della "Lodoïska", con un cast di giovani interpreti francesi.
Dal 3 febbraio scorso ha avuto inizio invece un secondo interessante ciclo posto sotto il titolo de «Le salon romantique», e dedicato prevalentemente alla musica da camera con una certa attenzione ad autori poco noti e spesso sottovalutati; quasi tutti gli appuntamenti trovano ospitalità a Palazzetto Bru Zane. Sono in programma sino alla fine di febbraio una decina di concerti a tema, dedicati ognuno a singoli argomenti: dopo l'avvio con 'I salotti dall'Impero alla Restaurazione', seguirà 'Parigi virtuosa' (musiche di Alkan e Chopin), 'Geni conniventi' (Berlioz/Liszt, Paganini), 'De l'Allemagne' (Schobert, Onslow, Reicha), 'Il crepuscolo del romanticismo' (Debussy, Hahn, Fauré), 'Quartetti parigini' (Jadin, David, Cherubini), 'La Belle Époque del violoncello', per finire con 'Da una modernità all'altra' (Onslow e Ravel). Il programma completo è consultabile al sito www.bru.zane.com., cui rinviamo i nostri lettori per maggiori ragguagli.
Unico appuntamento fuori sede è stato un intrigante concerto tenutosi il 6 febbraio nel salone superiore della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, cui abbiamo avuto la fortuna di assistere, ed intitolato 'Gli ultimi fuochi della tragédie-lyrique': cioè di quel particolare genere di melodramma germogliato in Francia grazie a Lully, che ne codificò la struttura e che dal 1673 sino alla "Armide" del 1686 - un anno prima della morte - ebbe modo di comporne giusto uno all'anno. Un genere di argomento mitologico/pastorale, invero aristocratico e raffinato, prediletto dal pubblico di corte, fiorito sino a tutto il secondo Settecento (Gluck vi diede tra il 1774 e il 1777 il suo contributo con tre capolavori assoluti quali "Orfeo ed Euridice" nella sua versione 'francese', "Alceste" e la "Iphigénie en Aulide"), finì per spegnersi poi inesorabilmente cedendo passo al montare della irresistibile ondata romantica. Con un piccolo e duttile ensamble strumentale di strumenti d'epoca - Le Nouveau Caractères guidato da Sèbastien d'Hérin - si sono esibiti il soprano italo-americano Jennifer Borghi ed il tenore nizzardo Mathias Vidal, due giovani e assai promettenti interpreti che hanno affrontato con freschezza vocale e pertinenza di stile pagine operistiche di Gluck da "Alceste" (1776), e di altri tre autori francesi poco noti al pubblico: Jean-Baptiste Lemoyne (con il suo "Phèdre" del 1786), George Granges de Fontenelle (arie e duetti da "Hécube", 1800) e di Rodolphe Kreutzer che con la sua tarda "Ipsiboé" (1825) sembrò apporre una corona funebre sulla tomba della tragédie-lyrique.
Approfitto di questo spazio per anticipare quanto si potrà seguire invece durante la rassegna di primavera del Palazzetto Bru Zane, che si svolgerà a Venezia dal 12 aprile al 5 giugno, e che ha quale filo conduttore il tema «Dal secondo Impero alla Terza Repubblica»: il cartellone comprende numerosi appuntamenti di musica da camera, come pure un cospicuo numero di concerti sinfonici e vocali. Si vedranno quindi all'opera alla Scuola Grande di San Rocco compagini orchestrali come Les Siècles diretta da François-Xavier Roth (musiche di Dukas, Saint-Saëns, Dèlibes), la Brussels Philarmonic diretta da Hervé Niquet (Charpientier, Jonciéres, Bizet), la Chambre Philarmonique diretta da Emmanuel Krivine (Berlioz, Chausson, Franck); nonché formazioni vocali quali il Coro della Radio fiamminga in una selezione di mottetti di musicisti francesi del secondo '800 (alla Basilica dei Frari), ed i Solistes de Lyon diretti da Bernard Tétu nella Petite Messe solennelle di Rossini a San Rocco. Il teatro è presente con tre appuntamenti: con la formazione de Les Lunaisiens in un programma dedicato alle operette di Nadaud, Jouy, Hervé, Offenbach, con il grande mezzosoprano Jennifer Larmore accompagnata dal quartetto Opus V in un concerto intitolato 'Dalla Salle Favart  al Palais Garnier', con arie di Offenbach , Massenet, Dèlibes, Bizet, Gounod e Chabrier; ed infine con un recital di Natacha Costantin, Jennifer Borghi e Valerio Contaldo (musiche di Jocières, Lalo, Mermet). Anche in questo caso rinviamo i lettori al sito www.bru.zane.com, dove troveranno informazioni più dettagliate in merito a questo interessante festival veneziano.